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Eolo
stelle lontane
I BAMBINI DI CANTU' SULLO SPETTACOLO ''FIABA TZIGANA"
INTERVISTA E RIFLESSIONI SULLO SPETTACOLO DI FRANCESCA BRUSA PASQUE'

Siamo 9 bambini, Gioele, Elio, Filippo; Miriam, Gabriele, Lorenzo, Alessandro, Andrea, Alessandro, abbiamo visto “Fiaba zigana, o di come fu inventato il violino” al Teatro Comunale San Teodoro e abbiamo intervistato Francesca Brusa Pasqué, l’attrice dello spettacolo.

PERCHÉ HAI SCELTO QUESTA STORIA?

Penso che ci siano mondi che noi non conosciamo e che meritano di essere raccontati. Questo spettacolo nasce dentro un progetto più ampio che si chiama “Fiabe dal mondo” e che vuole esplorare le culture lontane, perché ognuno ha dietro una storia che può raccontare. A volte abbiamo dei pregiudizi sugli altri, ecco, le storie ci aiutano ad abbattere questi pregiudizi. Io volevo far conoscere quanto fosse bello e colorato il mondo della cultura zigana.

COSA E’ PER TE LA MUSICA?

La musica fa parte della mia vita, io suono la chitarra e le mie figlie sono cresciute con la musica, entrambe suonano uno strumento. Per questo spettacolo ho scelto musiche che evidenziassero il violino e Roby Lakatosh e gli Acquaragia Drom, il violino lo fanno davvero cinguettare. Volevo proporre qualcosa che non capita di sentire abitualmente, qualcosa di nuovo.

L’IDEA CHE IL VIOLINO NON SI VEDA MAI PER DAVVERO E’ VOLUTA?

Era complicato portare in scena un violino vero così come descritto nel racconto, perché quello non è ancora il violino che noi conosciamo. E’ una scatola con delle corde, ma portare in scena una semplice scatola non avrebbe reso l’idea e così ho preferito evocarlo.

QUANTO TEMPO CI HAI MESSO A FARE LO SPETTACOLO?

Diciamo che ci lavoro da un po'… L’idea di raccontare la storia del violino è nata in una scuola di musica, dove gli insegnanti mi hanno chiesto di raccontarla per gli allievi. E’ piaciuta e così ci ho lavorato, l’ho fatta evolvere per portarla in teatro. Tutto ciò accadde 7 anni fa. Per rimetterlo in piedi e portarlo qui, oggi, ci ho messo due mesi.



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Poi abbiamo fatto merenda insieme e tra una chiacchiera di carnevale e un bicchiere di succo ci siamo scambiati le nostre impressioni.

Nello spettacolo c’è tanta musica coinvolgente e che attrae.Fa venire allegria ma anche tristezza e così si crea la suspanse. La suspanse è bella perché ti sembra che sta per succedere qualcosa di brutto ma poi invece finisce bene, come quando Bachtalo, il protagonista della storia, viene chiuso nella caverna. In quel momento hai paura perché non sai come finirà, e quando vedi che finisce bene sei contento. La musica dello spettacolo a volte ti fa venire voglia di alzarti e ballare. Lo spettacolo è come il violino, un po' allegro e un po' triste, come la nostalgia.

Io era la prima volta che venivo a teatro e sono stato attento tutto il tempo. Un po' mi faceva paura Matuja, la donna velata, lo spirito della pianta, poi ho capito che era brava e allora non ho più avuto paura. Se capiterà a teatro verrò ancora perché questo spettacolo mi ha fatto venire voglia di tornare.

Per me quando la guardia ha dato il calcio nel sedere a Bachtalo è stato divertente. Invece per me la parte più bella è quella delle impronte dei corvi che lasciano le tracce della storia nella neve e la bambina con il nonno leggono la storia da lì, guardando per terra.

L’ora dello spettacolo è stata corta!



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